Con l’avanzare della tecnologia dell’intelligenza artificiale, la disinformazione continua a crescere e le aziende stanno diventando sempre più vulnerabili. Una startup londinese chiamata Refute sta affrontando questo problema identificando e contrastando la disinformazione rivolta alle imprese. Playfair Capital ed Episode 1, due investitori con sede nel Regno Unito, stanno guidando il recente round di investimenti pre-seed della società, che ha raccolto 2,3 milioni di sterline (2,9 milioni di dollari).
Questi sforzi di disinformazione sono guidati da una serie di variabili, come le tensioni geopolitiche e l’uso dell’intelligenza artificiale generativa per creare documenti falsi. Queste operazioni sofisticate prendono spesso di mira dirigenti, catene di fornitura e organizzazioni, causando notevoli danni finanziari e di reputazione.
Refute si distingue dai suoi concorrenti che si concentrano principalmente sul rilevamento grazie alla sua strategia globale per identificare e combattere la disinformazione. Trovare gli “attori delle minacce” e le loro azioni fa parte degli sforzi dell’azienda per identificare le operazioni di disinformazione. I limiti degli attuali social media e delle tecnologie di monitoraggio dei media, principalmente passive e destinate a scopi di marketing, spiega Tom Garnett, co-fondatore e CEO di Refute in una intervista con TechCrunch. Di conseguenza, sono inutili per combattere la natura complessa e sfaccettata delle minacce di disinformazione.
Questa strategia si basa sull'esperienza di Garnett nella sicurezza nazionale, dove ha creato grandi sistemi di analisi dei dati presso Detica e BAE Systems. Ha utilizzato tecnologie comparabili per combattere la criminalità finanziaria e gli attacchi informatici nel settore aziendale.
Vlad Galu, co-fondatore di Refute, conosce in prima persona gli effetti della disinformazione perché è cresciuto in Romania in un'era di progresso tecnologico e ambiguità normativa. Inizialmente, ha lavorato allo sviluppo dell'infrastruttura Internet centrale in Romania e nei paesi CEE, che richiedeva forti difese contro una serie di minacce.
Altri investitori in questo round includevano gli angel investor Charlie Songhurst, Carlos Espinal, James Chappell e Alastair Paterson, oltre a Notion Capital e Amadeus Capital Partners.
Secondo Andrew Sheffield di Playfair Capital, il panorama dell’informazione sta cambiando, rendendo più difficile distinguere i fatti dalla finzione e rendendo meno costosa la diffusione della disinformazione. Ha evidenziato l'esperienza di Garnett e Galu nell'analisi dei dati, nella sicurezza informatica e nella gestione di difficili problemi di sicurezza.
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