L'energia geotermica incontra i data center: come Sage Geosystems rende i data center più sostenibili con l'acqua pressurizzata
Aggiornato su August 14, 2024 3 minuti a leggere

Sage Geosystems immagazzina acqua pressurizzata nel sottosuolo nel tentativo di soddisfare il fabbisogno energetico dei data center. La startup ha condotto sperimentazioni su macchinari destinati a catturare il calore terrestre. L’iniezione e il rilascio di acqua da un pozzo hanno prodotto una raffica di acqua calda e pulita che potrebbe essere un sostituto affidabile del gas naturale nel fabbisogno energetico mondiale.
Oltre a utilizzare l’energia geotermica, Sage Geosystems suggerisce di utilizzare pozzi profondi come dispositivi di stoccaggio dell’energia, dove l’acqua sotto pressione produce elettricità secondo necessità. Dopo più di un anno di sperimentazione di questa idea nella contea di Starr, l’azienda sta attualmente costruendo la sua prima struttura commerciale vicino a San Antonio. Per il progetto verrebbe utilizzata la maggior parte di un terreno di 10 acri accanto a una centrale elettrica a carbone gestita dalla San Miguel Electric Cooperative Inc. (SMECI). Secondo il CEO Cindy Taff, Sage intende perforare pozzi per immagazzinare l’elettricità dei pannelli solari da utilizzare per alimentare un piccolo data center che fungerebbe da “casa modello per un grande data center”.
Si prevede che questo sistema geotermico geopressato a un costo di circa 10 centesimi per kilowattora genererà 3 megawatt di elettricità, sufficienti ad alimentare oltre 600 famiglie. A metà settembre è previsto l’inizio delle perforazioni e si prevede che l’impianto aprirà i battenti a dicembre.
Taff e i suoi colleghi hanno portato a Sage le loro competenze geologiche e di perforazione derivanti da una lunga carriera nel settore del petrolio e del gas. La loro prima priorità era ridurre il costo dell’energia, che rappresenta una spesa significativa per le imprese geotermiche. Hanno scoperto che iniettando acqua sotto pressione e facendola passare attraverso una turbina, potevano recuperare una parte dell’energia. Poiché i primi test indicano una perdita solo dell’1-2% per ogni ciclo di iniezione e recupero, Sage cerca di ridurre le perdite d’acqua a differenza del fracking di petrolio e gas, che perde una quantità significativa di acqua.
Dopo la convalida, Sage potrebbe aggiungere fino a 10 altri pozzi al sito, aumentando la sua capacità a 50 MW. SMECI prevede di aggiungere pannelli solari nel 2026 e sta valutando la possibilità di utilizzare lo stoccaggio dell’energia per aumentare la fornitura costante di energia di una centrale a carbone. Sage suggerisce di recuperare almeno il 70% dell’elettricità utilizzata per l’iniezione dell’acqua.
Sage sta collaborando con grandi aziende IT per fornire soluzioni geotermiche e di stoccaggio dell’energia per i loro data center. Le batterie su scala di rete sono comunemente utilizzate nei data center alimentati da energia solare, ma di solito hanno costi proibitivi per un uso a lungo termine. Taff afferma che, sebbene la salvia non sia in concorrenza con le batterie agli ioni di litio per lo stoccaggio di breve durata, può offrire una soluzione più economica per tempi di stoccaggio più lunghi.